Quando Jonathan Coe autografò il mio kindle
In coda con gli altri lettori, ciascuno con uno o più libri da far autografare da Jonathan Coe ospite della libreria Feltrinelli di piazza Piemonte.
In mano ho un pennarello Uni Posca bianco a punta fine. Nell’altra il mio vecchio kindle sul quale sto leggendo What a Carve Up! (in italiano La famiglia Winshaw, uno dei miei romanzi preferiti).
Arriva il mio turno, porgo a Coe il kindle. Lui sorride, lo rigira tra le mani con una certa cautela. Poi mi chiede se posso mostrargli il suo libro sul reader. Credo che voglia verificare se è una copia autentica, così preciso che l’ho pure acquistato legalmente da Amazon. Ride. Spiega che – semplicemente – non ha mai visto un suo romanzo su un ereader. (Possibile? Alla Penguin non ci ha pensato nessuno?). Lo scorriamo insieme, poi gli porgo il pennarello. Firma al centro del dorso nero. La sua grafia spicca sulla plastica.
«It’s my first time to sign a kindle», confida.
Sorrido compiaciuto per il privilegio.
«It’s the beginning of the end», conclude.
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