Michela [MadMud]
Michela dice “proviamo, mi convince”. Michela è la prima persona con cui sperimento questa forma di ritratto, che ho chiamato Mad Mud.
Michela dice “cosa devo fare?”.
Dico “usalo come ti viene, per nascondere o svelare”.
Michela prende l’argilla da una ciotola. I suoi gesti sono cauti: forse è fredda, forse ne assaggia la consistenza. Ne prova un po’ sui lati del viso, scende lungo il collo. Seguo le dita, le espressioni, la vedo prendere coraggio.
Ora mette l’argilla con la mano aperta: è tela di se stessa, affresco, parete. Diventa un linguaggio che cerco di interpretare con gli scatti. Il viso è completamente coperto, spuntano due occhi arrossati. Poi l’argilla comincia a seccare, sembra terra di deserto con le crepe della siccità. Spunta la lingua, rosso fragola.
Doccia.
Un altro giro.
Dopo, parlare riguardando gli scatti. Raccogliere le sensazioni tattili e visive insieme. Capisco di dover sistemare alcuni aspetti tecnici, ma mi pare che l’idea abbia una sua potenza, non solo nel risultato ma anche proprio nel processo, nel modo in cui ci si sente facendolo.
Grazie a Michela.
Benvenuto/a a chi vorrà sperimentarsi con Mad Mud! Assicuro pelle liscissima e levigata. Contatti via mail.