Alessandra Selmi | La terza (e ultima) vita di Aiace Pardon
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Non so bene come si recensisca un giallo, a parte forse l’accortezza di non rivelare il finale. Quasi quasi nemmeno la trama. Nel caso di La terza (e ultima) vita di Aiace Pardon di Alessandra Selmi (Baldini e Castoldi), credo convenga parlare soprattutto di due elementi. Il primo è l’ambientazione: la Milano della Stazione Centrale, dove ho realizzato queste foto, che è fin troppo facile definire crocevia di esistenze. Però è davvero così, in stazione si compie una specie di paradosso geometrico: migliaia di rette si incrociano senza incontrasi mai. La Milano dei manager e dei pendolari, quella dei barboni e degli immigrati. La Centrale fa dunque da sfondo al giallo, con un punto di vista particolare, quello di un barbone che chiede l’elemosina seduto sui gradini e osserva il mondo da quella angolatura. Ecco perché un paio di scarpe lucide può essere un indizio rilevante (si poteva dire questo?).
Credo che l’autrice sia una donna che sa osservare. Ho trovato nel romanzo una ricchezza di dettagli, di annotazioni, che possono nascere solo da chi ha uno sguardo attento e curioso. Guardano anche i personaggi, in un contrappunto riuscito con la città della fretta e della distrazione, come a dire (ma lo dico io, chissà se è così), che è possibile essere attenti anche nella confusione di una città, anche quando la vittima non è un personaggio illustre ma un semplice, “inutile”, barbone. E che spesso le persone invisibili, come sono appunto i clochard, sono quelle che vedono di più.
Il secondo elemento è la geniale e riuscitissima investigatrice homless, Bianca. Te la immagini con il cappellino a cloche, i sacchetti stracolmi. E poi ti stupisce con una cultura enciclopedica, ben superiore a quella del commissario Alex. Un personaggio riuscitissimo, con grandi potenzialità, coerente e trasformista insieme, capace di stupire ad ogni capitolo.
Come si dice in questi casi, aspettiamo il seguito.
Di Alessandra Selmi ho recensito in passato E così vuoi lavorare nell’editoria?, ed Wuz.
Questa recensione è la prima di un nuovo progetto di recensioni ambientate con scrittore, ma senza che si veda lo scrittore. Se vuoi saperne di più, leggi qui.
Alessandra Selmi
La terza (e ultima) vita di Aiace Pardon
240 pagine
Baldini e Castoldi