Due etti di libri, per favore. Belli magri
Comprare libri alla Feltrinelli di piazza Piemonte la vigilia di Natale non è una buona idea. Però è venuta in mente a moltissime persone contemporaneamente, quindi così pessima non può essere. La maggioranza può avere torto?
Sto cercando una copia di La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo di Audrey Niffenegger per mia nipote, che non viaggia nel tempo ma in metropolitana e legge ancora libri di carta. Conoscendo già il titolo e l’autore – un romanzo che ho molto amato – è facile andare alla N e trovarlo. Ma non vorrei essere uno dei clienti che fanno la fila al banco informazioni, dove un unico commesso cerca di smistare richieste e domande.
In effetti il panorama è desolante: i libri nelle librerie sono visibilmente diminuiti in questi ultimi mesi (come del resto le librerie); il personale è ridotto all’osso e sotto contratto di solidarietà (meno ore per tutti). I clienti vagano spersi. Alla cassa la lunga fila del 24 con quel giusto equilibrio di sclero e fretta che fa tanto Natale. Quanto arriva il mio turno (ho in mano una pila consistente di volumi, perché strada facendo gli acquisti si sono moltiplicati – effetto boule de neige), il cassiere li passa lentamente uno a uno, osservandoli, quasi salutandoli. Lo riconosco per averlo visto altre volte, non in veste di cassiere ma di libraio: capelli folti, barba intellettuale, una trentina d’anni. Il tipo che ha studiato Lettere e poi ha fatto la scuola Mauri per librai perché crede nella Cultura e nel Libro. Ora sta battendo albi di Violetta, penne e taccuini dietro una cassa da supermercato.
Prende La moglie dell’uomo… Lo gira e lo rigira, pur avendolo già battuto. Me lo porge (gli altri libri li aveva semplicemente appoggiati sul piano):
«Bellissimo – mi dice -, è un romanzo stupendo. Lo consiglio sempre quando posso».
Poi mi striscia la carta fedeltà e aggiunge sorridendo amaro:
«Lo consigliavo, prima di finire alle casse».
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