L’ultima barba
Che hanno rapito il giudice D’Urso lo abbiamo saputo quasi subito. Ma non sono un infame, non dico da chi. Dico però che menneno i muri spessi del braccio speciale, i vetri da un centimetro che ci hanno messo nei parlatoi, l’isolamento nel quale vorrebbero tenerci possono fermare il soffio delle notizie. Oggi c’è tensione nell’aria. La sentiamo. La sentono le guardie che sbattono i manganelli sulle porte per farci fare silenzio. E invece gridiamo. E le parole si gonfiano come nubi di un temporale. E non sentiamo l’inverno gelido di queste celle. E nemmeno la rabbia. Manca poco a Natale, vorrei farmi tagliare ancora i capelli da Sante prima della fine dell’anno.
Il giudice Giovanni D’Urso, direttore dell’ufficio terzo della Direzione generale degli istituti di prevenzione e pena, fu rapito dalle BR il 12 dicembre 1980. Tra le richieste dei rapitori per il suo rilascio, la chiusura del “Lager di Stato” di Fornelli. Lo Stato non accettò mai queste condizioni, ma di fatto il 31 dicembre dello stesso anno scattò “l’ora zero” e tutti i detenuti del braccio speciale di Fornelli furono trasferiti a destinazioni ignote, segnando così di fatto la chiusura della struttura. Sull’Asinara restarono i 450 detenuti della colonia penale. D’Urso fu liberato il 15 gennaio 1981.